Come nasce l'ipnomentalismo? E soprattutto da quali spunti si è sviluppato? Prima di rispondere a queste domande, è necessario raccontare un aneddoto molto particolare.
Partecipai tempo fa ad un corso di formazione di Ipnosi da spettacolo. Mi presentai quasi per gioco: nella mia pratica professionale di psicologo, sebbene utilizzassi da anni l’ipnosi, non era sicuramente mia intenzione avvalermi di simili tecniche. Pertanto, le mie finalità erano semplicemente ludiche, associate anche alla curiosità di conoscere una differente applicazione dell’ipnosi.
La mia curiosità era dovuta anche al fatto che il docente del corso, Roberto Deidda, in arte Damus , oltre ad essere un esperto mentalista, è forse uno degli ultimi ipnotisti da scena esistenti in Italia, uno dei pochi che abbia avuto il coraggio di solcare piazze e palcoscenici per dimostrare l’ipnosi.
Ebbene, nella sala di circa trenta allievi, Damus introdusse il corso e a seguire ognuno di noi si presentò agli altri componenti del gruppo. Passò poco tempo e, quasi senza rendercene conto, fummo istantaneamente catapultati in una realtà sconosciuta e misteriosa: Damus chiamò in piedi una donna chiedendole di raggiungerlo al centro della stanza. Le strinse la mano e nel frattempo iniziò a guardarla dritta negli occhi, dicendole queste parole:
“C’è una cosa che ho notato di te e che vorrei dirti, sei d’accordo?” Lei rispose di sì.
Mi accorsi che Damus stava continuando a fissare profondamente gli occhi della donna senza staccare mai lo sguardo; le si avvicinò un po’ di più e, abbassando un po’ la voce, senza lasciare la sua mano, proseguì dicendo:
“continua a guardarmi fisso negli occhi…pensi di essere in grado di muoverti in questo momento?”
In maniera inspiegabile, la donna rispose di no, muovendo soltanto la testa. Damus allora proseguì dicendo:
“e pensi di essere in grado di parlare in questo momento?”
Ancora una volta la donna fece cenno di no, nello stupore di tutti. Fu allora che, con un leggero scatto, Damus gridò la parola “Dormi!” accompagnando l’allieva a terra, lasciandola come svenuta.
Non riuscivo a spiegarmi come tutto ciò fosse possibile. Conoscevo molto bene l'ipnosi (o almeno credevo così!), eppure non mi capacitavo di come era stato possibile impedire a qualcuno di muoversi senza dire niente in precedenza, così come toglierle l'uso della parola senza usare suggestioni verbali. Dopo un po' tutto divenne chiaro: Damus aveva usato lo sguardo e altre forme di suggestione subliminale capaci di stimolare delle precise corde mentali ed emotive. Non conoscevo il potere che potesse avere lo sguardo, né tantomeno il suo uso in ambito ipnotico (Fascinazione) . Non avevo neanche mai sentito parlare di Cold Reading (lettura del pensiero a freddo) e del suo effetto suggestivo, quasi ipnotico, nell'ambito di una relazione interpersonale. Quell'occasione fu per me estremamente sorprendente e stimolante. Divenimmo amici. Da quella volta continuammo a sentirci per telefono, a frequentarci, iniziammo a collaborare, condividendo le nostre conoscenze, così diverse ma allo stesso tempo simili.
Proprio in questo favorevole clima di scambio reciproco, pensammo di strutturare un modello che unisse le competenze di Damus, provenienti dal mondo culturale dello spettacolo, con le mie, derivanti da ambiti accademici.
Cominciò così a delinearsi l'idea della figura dell' ipnomentalista , che si serve di un insieme di tecniche e approcci estremamente concreti, derivanti dalla coesione di conoscenze del mondo dello spettacolo con quello della scienza. Per approfondire questa figura, con le relative competenze di base, ti consiglio di leggere l'articolo: Origini dell'ipnomentalismo.
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