La prime cose che si chiede chi si affaccia alla nostra Accademia sempre due: “Cosa
significa ipnomentalismo? E come può servirmi nella mia professione?”
Comincio con il rispondere alla prima domanda. L’Ipnomentalismo è una nuova e importante disciplina che nasce dall'incontro e dalla sinergia di due tecniche: il mentalismo psicologico e l’ipnosi. L'ipnomentalismo si basa sulla capacità di generare cambiamenti nelle persone attraverso l’uso della creatività, dell’intuizione e dell’immaginazione. Nel perseguire questo intento, l'ipnomentalista creare un ponte virtuale tra il suo inconscio e quello del soggetto, sino al punto di leggerne il pensiero.
In altre parole, l'ipnomentalismo è un vero e proprio processo metodologico, attraverso il quale l’ipnomentalista guida e sostiene il cliente nel processo di cambiamento della realtà, attraverso un piano strategico, specifici strumenti e protocolli operativi.
Per riuscire in questo intento bisogna avere gli strumenti giusti. Sono convinto che
l’applicazione delle tecniche ipnomentalistiche insegnate ai miei allievi (cold reading,
forzature verbali, principi ideo-dinamici, linguaggio ipnotico e metaforico) riescano a dare all’ipnotista un enorme vantaggio e lo aiutino a stabilire, nel modo migliore possibile, una forte ed immediata relazione ipnotica col cliente/paziente, tale da permettergli di cambiare la sua realtà percepita. Dopo anni di esperienza nel campo, corsi e feedback da parte dei nostri allievi, sono in grado di fornire il miglior protocollo di induzione utilizzabile.
Detto questo, è facile intuire quanto l'ipnomentalismo possa aiutare i lavoratori in campo sanitario, del benessere o della comunicazione.
Un professionista che desidera performare nel miglior modo possibile non può fare a meno di conoscere le tecniche ipnomentalistiche e le implicazioni che queste hanno nel suo lavoro. Le induzioni ipnotiche sono essenziali in tutti questi ambiti e l'ipnomentalismo è la disciplina migliore per padroneggiarle. Senza di esso non possiamo raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati ed una relazione ipnotica efficace.
Un importante punto di riferimento per la mia Accademia è, come per molti, Milton Erickson, ma non guardo tanto a lui come il più famoso ipnotista/ipnoterapeuta del ventesimo secolo, piuttosto come il più grande lettore del pensiero del ventesimo secolo, e la cosa è sottilmente - ma neanche troppo - diversa. Milton Erickson è stato il primo a comprendere l'importanza della relazione ipnotica. Lo stile di Erickson, però, era intrinsecamente connesso alla sua personalità e difficilmente imitabile da altri professionisti. È per questo motivo che in Accademia non faccio studiare pedissequamente le induzioni ericksoniane così come le eseguiva lui. Mi piace affermare con tono provocatorio che l'ipnosi Ericksoniana è morta con Erickson!
Dopotutto, quelle di Erickson sono anche tecniche adatte al suo tempo, ma oggi il mondo non è più lo stesso, e sta cambiando a ritmi elevatissimi. Nell'era di Tik Tok i messaggi devono arrivare nell'arco di pochissimi secondi, veloci e concisi, quindi è fondamentale avere protocolli di induzione che siano altrettanto rapidi e diretti, adatti ai nostri giorni. Insomma, abbiamo portato avanti un processo di aggiornamento. In questo tipo di operazione, Dave Elman, un grande ipnotista da palcoscenico prima di cimentarsi nell’ipnoterapia, è stato di grande ispirazione.
Ciò che ci affascina molto di Erickson è che da numerosi scritti di chi lo frequentava (pazienti e colleghi) si evince che essi avessero l’impressione di avere a che fare con un vero lettore del pensiero, dotato di un intuito eccezionale, sebbene non fosse un vero sensitivo, almeno da quanto ci è concesso sapere.
Tornando al concetto di relazione ipnotica, Erickson, più di chiunque altro prima di
lui, iniziò ad indicare l'ipnosi come una relazione che aveva interessanti componenti sia
psichiche che interpersonali (racchiuse in quella capacità dell’ipnotista di sapersi adattare al contesto e alla tipologia del soggetto con cui opera).
Per avere successo con l’induzione ipnotica, l’ipnotista, o - come mi piace definirlo in
accademia - l'ipnomentalista, deve essere in grado di stabilire una relazione ipnotica in
brevissimo tempo.
In questo articolo voglio provare ad individuare e analizzare quali sono gli elementi salienti che l’ipnotista deve saper riconoscere e, in secondo luogo, in che modo influenzano la scelta del protocollo induttivo da utilizzare.
Come vedete, stiamo creando un ponte che collega tecniche di mentalismo psicologico a tecniche di induzione ipnotica. L’insieme, ancora una volta, è l’IPNOMENTALISMO.
Davvero non mi stancherò mai di dire che l'ipnosi dipende dalla relazione che si stabilisce con il soggetto. Persino alcuni scrittori pensano all'ipnosi, alla suggestionabilità, all'ipnotizzabilità e alla suscettibilità come ad elementi costitutivi di una persona. In ogni caso, è vero anche che alcune persone con determinate caratteristiche sono più propense di altre a lasciarsi andare e a vivere l’esperienza di ipnosi con più facilità e in modo molto profondo. Ma, ripeto, la relazione è la cosa che fa davvero la differenza, più di ogni altro elemento.
Quindi, attenzione al concetto di ipnotizzabilità come a una scala in cui alcuni soggetti sono ipnotizzabili ed altri no. Potremmo senz'altro dire che alcune persone sono più difficili da leggere e da comprendere rispetto ad altre, ma non credo che siano più o meno ipnotizzabili.
La cosa più opportuna è valutare ed individuare fin da subito, fin dal primo approccio, il
profilo del soggetto, gli stili di rappresentazione della realtà, il suo linguaggio verbale e non verbale. Se lo si fa e si adatta l'induzione di conseguenza, crediamo che si possa ipnotizzare chiunque.
Ritengo che il vero genio di Erickson risiedesse nella sua capacità di descrivere
l'esperienza quotidiana e psicosociale con parole comprensibili e con le quali tutti noi
possiamo identificarci.
Se, ad esempio, voleva indurre un'ipnosi, doveva semplicemente immedesimarsi nella realtà del paziente.
Se doveva indurre un’ipnosi ad una persona sorda, non diceva solamente: "Conterò fino a tre ed al tre potrai sentire", ma cominciava a parlare in modo tale che il paziente/cliente iniziava a tendere l'orecchio per sentirlo e quindi tutti i suoi canali di trasmissione erano congruenti in termini di descrizione.
Non solo le sue parole, ma tutta la sua comunicazione descriveva l'esperienza in termini
molto facili da capire. Quando parlava di un bambino che camminava, raccontava di come il bambino dovesse imparare a spostare il suo centro di equilibrio e di come avesse imparato a spostare il peso su un piede.
In questo modo, Erickson riusciva a far notare cose a cui normalmente non si pensa, e ad analizzare questi dettagli in modo davvero speciale.
Insomma, una cosa che l'ipnomentalista deve sempre tenere a mente è che quando
costruisce l'esperienza per i pazienti/clienti, esso deve farlo in termini con cui ci si può identificare facilmente ed in modo molto elementare.
Non si tratta di capacità funzioni mentali superiori. Mi riferisco alla capacità del cervello di comprendere le descrizioni dell'esperienza. In questo la cold reading dà un contributo
fondamentale.
Sono convinto che alcune capacità di calibrazione avanzate di Milton Erickson
possano essere attribuite all’abilità di leggere a freddo le persone.
Non abbiamo la certezza che lo stesse facendo di proposito, ma penso che questo sia un prodotto interessante della sua capacità naturale di parlare alle persone in termini così “vaghi ad arte”, come è stato raccontato da chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.
Ho detto più volte che l'ipnosi è una relazione, è qualcosa che accade tra le persone. È il modo speciale in cui le persone comunicano che permette questa modalità di elaborazione parallela e non lineare (profondità della trance). Mi piace parlare in termini di strutture parallele invece che di profondità della trance.
Avrete sperimentato tutti i fenomeni ipnotici che vi descriverò nello stato di veglia. Tutti
hanno avuto allucinazioni. Quanti di voi hanno sentito l'odore del limone prima di iniziare a mangiare? Sentito l'odore del cibo prima di iniziare a cucinare? O guidato in autostrada nel bel mezzo della notte ed essere convinti che un animale abbia attraversato la strada, quando in realtà non c’era?
Non abbiamo bisogno di una trance profonda per poterlo sperimentare.
Al link qui sotto puoi chiedere informazioni sul Master di Ipnomentalismo della mia Accademia, che si terrà a Roma il 27/28 aprile e 1/2 giugno 2024. Ti aspetto!
Roberto Deidda Damus
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